L'arte di Pianificare: come 5 minuti al giorno possono Trasformare un Progetto

Sono sempre stata convinta che il lavoro dell'architetto non si limiti al disegno, ma sia il risultato di un complesso intreccio di attività.
Con Archistrategy ho trovato il supporto necessario per mettere ordine in questo intreccio, trasformando idee in azioni concrete.
Un consiglio semplice ma potente, come dedicare cinque minuti ogni giorno alla pianificazione, ha cambiato radicalmente il mio approccio, permettendomi di gestire meglio il mio studio e di raggiungere obiettivi più ambiziosi.

Grazie a questo percorso, ho acquisito una nuova consapevolezza e strumenti pratici per crescere e migliorare continuamente.

Genny Augusti

Architetta e titolare dello studio

Sito

www.studioarchitetturaleonardo.it

Dimensioni

2 collaboratori

Città

Adria (RO)

Lo studio si occupa di edilizia privata e industriale, seguendo il cliente in tutte le fase evolutive della pratica, dal concept iniziale fino all’accatastamento

Sono Genny Augusti, un architetto di paese, come mi definisco io, un architetto molto piccolo rispetto a tanti altri colleghi che fanno tante altre cose.
Mi piace il lavoro che faccio, per questo sono qui a raccontarlo.
Alla fine, l’obiettivo principale non è sicuramente economico, ma quello di riuscire a lasciare un segno della mia presenza nel territorio, nei luoghi dove opero, e di riuscire a lasciare un ricordo anche di quello che è stata l’opera fatta dalla sottoscritta.

Ritengo che l’architetto abbia una delle più grandi responsabilità dal punto di vista artistico rispetto a tutti quelli che si occupano di altre forme d’arte, perché ho sempre pensato che un quadro, una statua, una scultura siano cose che puoi prendere, mettere via e non guardare più.
Ma l’architettura rimane lì, oggetto di visite e sguardi di chiunque.
Quindi, in realtà, è un’opera che influenza la vita di tutti, ed è una cosa fondamentale. Interpretando questa responsabilità, cerco sempre di fare la cosa migliore nel luogo dove mi trovo a operare.

La mia forma mentis deriva da una prima laurea in Storia e Conservazione dei Beni Architettonici, quindi molto improntata al restauro e alla conservazione. Successivamente mi sono laureata in Architettura e ho sempre interpretato queste due cose in maniera molto ben distinta.
Da un lato, la storia e la conservazione mi hanno permesso di capire e rispettare i vecchi concetti importanti dell’architettura, ma anche di comprendere che non tutto ciò che è vecchio è necessariamente da preservare.
Questo è un punto fondamentale. Dall’altro lato, nel nuovo, sono molto orientata verso il modernismo. Tutto ciò che realizzo di nuovo voglio che abbia il sapore dell’attualità, dei tempi attuali, volutamente incentrato su un’architettura moderna e spinta. Questo è un risultato ottenuto dalla mia formazione, ovvero dal fatto che da un lato ho capito l’importanza di rispettare certi tipi di architettura, mentre dall’altro la consapevolezza di agire con materiali nuovi e forme innovative è una necessità che deve essere tradotta in architettura.

Opero principalmente su un’isola turistica privata, frequentata da persone che stanno bene economicamente, e ciò mi dà la possibilità di attuare qualche fantasia in più, cosa che per la stragrande maggioranza delle situazioni in cui si trovano molti architetti non è sempre possibile. Mi sono rivolta ad Archistrategy perché sono sempre alla ricerca di migliorarmi nelle attività che faccio. Ritengo che il lavoro dell’architetto non sia solo disegnare, ma comprenda un numero di attività che, seppur meno visibili o tangibili per l’utente finale, fanno parte del background quotidiano di uno studio. Avere un team e lavorare in gruppo è fondamentale, perché un buon progetto è frutto dell’unione di più menti, non solo di una persona.

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Un limite che abbiamo qui in Italia è pensare che l’architetto sia un tuttologo, capace di rispondere a tutte le esigenze, dalla costruzione all’interior design, all’impiantistica. Questo non è possibile per una sola persona, ed è per questo che bisogna avere un team. La gestione di uno studio è una vera e propria attività manageriale, e per ottimizzare tutto questo ci vuole spesso un aiuto esterno. Per questo ho pensato ad Archistrategy, che mi è sembrato rappresentare la somma di questi aspetti e potesse aiutarmi a dare maggior ordine alle idee di base che già avevo.

Ho trovato il percorso di Archistrategy efficace. I benefici sono evidenti, a partire dal suggerimento di dedicare 5 minuti al giorno per pianificare la propria agenda, un consiglio che sembra banale, ma che si è rivelato fondamentale. Anche la gestione del tempo e degli obiettivi a breve, medio e lungo termine è stata una parte essenziale del percorso. Un altro suggerimento importante è stato quello di applicare la stessa facilità che ho nell’acquisire clienti nel motivare e attrarre collaboratori per lo studio. Ho ancora del lavoro da fare su questo, ma sono convinta che con la giusta forza e comunicazione posso raggiungere grandi obiettivi, indipendentemente da dove mi trovo.

Il percorso di Archistrategy è stato ben strutturato, con appuntamenti bisettimanali che mi hanno permesso di riflettere tra un incontro e l’altro senza sentirsi oppressi dal ritmo. Consiglio Archistrategy a chi ha uno studio già avviato e organizzato, perché può dare un inquadramento più ordinato e concreto. Per chi invece non sente il bisogno di linee guida precise e preferisce un approccio più libero e artistico, forse Archistrategy non è il percorso giusto. Ma per chi vuole crescere e migliorare la gestione del proprio studio, è un’opportunità da non perdere.

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