Indice
- Artigianato digitale, il ritorno al futuro
- Il punto di incontro fra prodotti artigianali e design
- Ma cosa si intende esattamente per prodotto artigianale?
- Il ruolo dell’artigianalità nel design contemporaneo
- Il valore della tradizione e dell’unicità
- Design o artigianato: chi ha cercato chi?
- Design e artigianato: la condivisione della qualità
- Un nuovo inizio
In un mercato prepotentemente globale, che corre velocissimo verso il digitale e l’internet delle cose, che tende a standardizzare qualsiasi cosa massificando le persone e i loro pensieri, potrebbe sembrare davvero strano quello che leggerete.
Negli ultimi anni, infatti, c’è stata una forte inversione di tendenza nel campo dell’architettura e del design. In un mondo in cui l’approccio industriale la faceva da padrona, si è cominciato a risentire il forte bisogno di personalizzazione del prodotto (e anche del servizio). Sta crescendo un’attenzione sempre più diffusa per i “mestieri d’arte italiani”, per le arti applicate e per una progettualità che tiene conto, quando non nasce direttamente da una collaborazione a quattro mani, dell’attività “artigiana”. Così, si riscoprono i mestieri dell’arte perché è proprio il saper fare dell’artigiano che ha acquistato nuovamente rilevanza nella produzione e nel progetto.
Artigianato digitale, il ritorno al futuro
Il concetto del lavoro artigiano contribuisce ad accrescere notevolmente i processi produttivi nell’ambito del design, inglobando sia i grandi player del lusso che le piccole imprese. Se in passato questo fenomeno, caratteristico della realtà italiana, è stato sempre visto come indice di una mancata modernizzazione dei processi produttivi, rappresenta, ad oggi, una chance di ripresa che consente di aprire nuovi scenari professionali per i giovani designer.
Il fatto che il prodotto italiano sia così desiderato, così copiato e plagiato ne racconta l’estrema qualità. Il made in Italy è sicuramente penalizzato dal prodotto realizzato, addirittura progettato, fuori dai nostri confini. Il know-how del maestro diventa quindi centrale nell’identità di importanti brand italiani e il lavoro artigiano è la chiave per rileggere il Made in Italy di successo, per comprendere l’unicità che esso rappresenta nel panorama mondiale. Un prodotto può essere replicabile, ma la conoscenza, la passione, la tradizione che lo ispirano, invece, sono inimitabili.
Da una parte, il designer si affida al saper fare e all’accurata “intelligenza della mano” del maestro, dall’altro il giovane artigiano sposa l’innovazione, coniuga antico saper fare con tecniche e idee moderne, riproduce con strumenti nuovi, il segno della mano.
In questo modo, il designer diventa un artigiano digitale. Una nuova figura che porta il proprio linguaggio e la propria professione verso nuove possibilità inesplorate: il ritorno ai mestieri dell’arte, all’esercizio esperto di tecniche su materiali tradizionali, ma anche innovativi, come il carbonio. Questa figura è in grado di padroneggiare strumenti hi-tech per replicare il tocco manuale, per dare al progetto quello schizzo di personalità e unicità che rende riconoscibile e desiderabile il prodotto di design italiano.
Questo ritorno verso la tradizione e verso l’artigianato non è quindi un semplice ritorno, ma contiene un’evoluzione, uno sguardo verso il futuro.
Il punto di incontro fra prodotti artigianali e design
Sempre più spesso si sente parlare di prodotto artigianale, anche nell’ambito del design, dell’architettura e dell’arredo, come sinonimo di qualità e pregio.
La tecnologia e le grosse produzioni in sequenza stanno risvegliando la voglia di avere qualcosa di unico e personalizzato, qualcosa che distingua dagli altri. È un ritorno alla tradizione per sfuggire ai brand di massa e ritrovare quindi il gusto di un oggetto irreplicabile, che sarà solo nostro.
Per questo motivo, i piccoli difetti della materia o della lavorazione assumono una connotazione positiva, che testimonia l’esclusività del prodotto e la sua naturalezza.
Certamente l’artigianato è molto legato alla tradizione e ha un forte impatto nel nostro mercato. Sicuramente conta molto anche l’area in cui ci troviamo, l’Italia, erede di una ricchissima tradizione di artisti e professionisti e sempre molto legata alla tradizione e alla qualità.
Un esempio è quello dell’utilizzo del marmo, un prodotto che si mostra sotto infinite varietà, nate da una sterminata possibilità di combinazioni di sfumature, venature e consistenze.
Il marmo è un prodotto bellissimo e molto utilizzato in Italia. Ha un forte richiamo alla natura ed è necessaria una forte conoscenza del prodotto per trattarlo. Le sue sfumature e venature consentono di realizzare prodotti davvero unici, eleganti e di estrema qualità; questo lo rende uno dei prodotti simbolo dell’architettura e dell’artigianalità.
Ma cosa si intende esattamente per prodotto artigianale?
Il termine artigianale è cambiato e si è evoluto molto nel tempo. Nasce come aggettivo per definire l’attività di chi un tempo lavorava in bottega, oggi viene utilizzato sempre più spesso come contrario di industriale.
Mentre il termine “industriale” indica prodotti realizzati a macchina, in successione, il prodotto artigianale per contrasto si arricchisce di connotazioni legate alla tradizione e all’esclusività. Si lega al concetto di personalizzazione e di creazione in base all’effettiva utilità del prodotto e, di conseguenza, anche in base alle esigenze del singolo.
Si possono quindi identificare due elementi caratteristici del prodotto artigianale: il fatto di essere prodotto in quantità limitata e il fatto di essere creato o lavorato a mano. Tutta la cura e l’attenzione al dettaglio vengono infuse in ogni singolo pezzo, per creare piccole opere uniche e inimitabili.
Un altro elemento molto significativo è il legame con il territorio. Se nel mondo contemporaneo le materie prime sono facili da reperire, non dobbiamo scordarci che alcuni territori vengono plasmati dalle caratteristiche della zona, dando così vita a lunghe tradizioni di lavorazione del prodotto che portano a fiorenti attività artigianali a esso legate.
Il ruolo dell’artigianalità nel design contemporaneo
Il design, oggi, si sta allontanando sempre più dall’idea di design industriale che sforna pezzi in sequenza pronti per il grande mercato di massa.
Il valore del prodotto artigianale sta progressivamente riacquistando il prestigio che gli compete nello sviluppo del design contemporaneo. Ci stiamo ormai allontanando dall’era dello sterile prodotto di serie, lo stile moderno si sta piuttosto indirizzando verso prodotti che conservano dentro di sé il calore e l’attenzione di un oggetto fatto a mano con attenzione.
In questo modo, si va verso l’attenzione per il singolo, la cura dei dettagli e l’estrema accuratezza per ogni particolare. Si rallenta il tempo di produzione, ma ci si prende il tempo necessario a realizzare il progetto in modo ottimale e con la giusta passione.
Il valore della tradizione e dell’unicità
La propensione del design per una lavorazione realizzata a mano nasce dal desiderio sempre più forte di tornare alle origini. In un mondo così frenetico, che evolve velocemente e spesso non lascia il tempo di pensare, il ritorno a questo tipo di lavorazioni è perfetto per recuperare una connessione con la natura che sembra perduta.
Ecco che tornano fortemente di moda finiture grezze e materiali naturali, che sono gli elementi perfetti per un prodotto dal sapore artigianale.
Al valore della familiarità, che solamente un oggetto fatto a mano può far trasparire, si inserisce anche un altro importante fattore: l’unicità.
Un prodotto sviluppato in serie è facile da riprodurre, e, di conseguenza, non è esclusivo.
Nella produzione artigianale, invece, il tocco personale che viene impresso durante la lavorazione permea tutto l’oggetto, donando ad ogni elemento caratteristiche diverse da ogni altro. Il valore di un oggetto unico, che richiama fortemente l’unicità che ogni cosa ha in natura e che porta con sé tutto il bagaglio di tradizioni radicate nella storia del genere umano, è irripetibile.
Design o artigianato: chi ha cercato chi?
Non si può dire se sia stato prima il mondo del design a cercare gli artigiani o se, al contrario, siano state le botteghe a farsi avanti con i progettisti. Non si può dire se questo connubio sia una novità o, invece, se sia un ritorno di fiamma di una relazione mai davvero interrotta.
Però, è un fatto sempre più evidente che il rapporto tra architetti e designer e i maestri artigiani, di cui l’Italia è costellata, sia in continuo sviluppo: sono sempre più numerose e significative le storie di chi inaugura una produzione o una collezione affidandosi alle botteghe e cercando un percorso alternativo all’industria. Gli artigiani di ultima generazione, dalla loro parte, sono sempre più disponibili ad abbandonare i vecchi canoni per sperimentare nuovi metodi e modelli.
Il punto, probabilmente, sta nel fatto che non si è ancora giunti, sebbene siano passati un bel po’ di anni dalla rivoluzione industriale in cui questo termine è apparso per la prima volta, ad una definizione univoca di design. Come si potrebbe, quindi, pensare di dover associare o meno questi all’artigianato?
Il tema dell’artigianato, infondo, non è affatto alternativo a quello di design perché essi sono due mondi fortemente legati. Oggi entrambi, alla fine, devono sottostare all’idea contemporanea di civiltà basata sulla produzione di serie.
Design e artigianato: la condivisione della qualità
Nel XVIII sec. l’interesse dei progettisti industriali si concentrava nel conferire al proprio progetto un’estetica particolare ed unica nel suo genere. Per questo motivo oggi il design spesso identifica i prodotti di una certa qualità estetica. Quindi, se nell’odierna concezione di design e artigianato, una forma di differenza tra le due “discipline” potrebbe essere la qualità, non è invece corretto pensarlo: artigiano e designer dovrebbero dunque lavorare insieme per produrre oggetti di qualità, unirsi e non dividersi.
La qualità non è infatti un appellativo unico per una molteplicità di cose, ma è un carattere univoco per tutti gli oggetti, che siano prodotti industriali o artigianali. Sarebbe invece molto scontato differenziare le due cose in termini di “quantità” in termini di velocità di produzione che caratterizza l’industria e le sue macchine al contrario delle mani dell’artigiano.
La parola italiana “artigiano” è la traduzione del termine greco “demiourgos”, che è unione della parola demios (pubblico, appartenente al popolo) e ergon (lavoro). Si parla, dunque, dell’artigiano come di una figura il cui talento riesce a lavorare la materia partendo da valori che sono sostanzialmente immateriali quali basi di civiltà, costumi e tradizioni. Ed è a questo punto che il designer interviene, perché accompagna e “guida” l’artigiano nel passaggio dalla fase immateriale a quella materiale.
Un nuovo inizio
Prepariamoci quindi, nel mondo dell’architettura e del design, alla consacrazione di quel rapporto tra artigiano e designer che si insegue da anni.
Oggi più che mai questo rapporto si consoliderà per dare più personalità e anche più funzionalità al singolo prodotto.
In un mercato che si prepara a tornare verso la personalizzazione, che si prepara a soddisfare richieste sempre più uniche, a dover davvero comprendere appieno le esigenze del cliente, il pensiero e il carattere degli architetti e dei designer sarà sempre più importante per differenziarsi, ma sarà la loro capacità di comunicare a farli davvero emergere.
L’unicità e la diversità saranno un valore sempre più al centro dell’attenzione nel mondo dell’estetica e nel mondo del design.