Mirko da architetto indebitato a insegnante precario e felice: «Per vivere ero finito a coltivare verdure e venderle»

Se sei un architetto o un laureato in architettura, ti sarai sicuramente reso conto che non basta avere una buona formazione progettuale per avere successo nella tua professione.
Il mercato dell’architettura è sempre più competitivo e richiede non solo competenze tecniche ed estetiche, ma anche capacità imprenditoriali, di gestione, di marketing, di comunicazione, di innovazione.
In questo articolo, ti spiegheremo perché nel terzo millennio non è più sufficiente essere dei bravi progettisti per sopravvivere nel libero mercato e come puoi trasformare il tuo studio in una vera e propria impresa.

Architetto: una professione in crisi?

Essere architetto oggi significa affrontare una serie di difficoltà e di sfide che mettono a dura prova la tua passione e la tua creatività.

Tra i principali problemi che devi affrontare come architetto ci sono:

  • La sovrappopolazione. L’Italia è il paese con il più alto numero di architetti in Europa, sia in termini assoluti che in termini relativi. Secondo i dati del Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC), al 31 dicembre 2020 erano iscritti all’albo 153.692 architetti, pari a circa il 27% del totale europeo . Questo significa che ci sono circa 2,6 architetti ogni mille abitanti, un valore molto superiore alla media europea, che si attesta intorno a 0,8.
    Questa situazione genera una forte concorrenza tra i professionisti, che si traduce in una riduzione delle opportunità di lavoro e dei compensi.
  • La crisi dell’edilizia. Il settore delle costruzioni ha subito negli ultimi anni una profonda contrazione, dovuta alla recessione economica, alla diminuzione della domanda, alla rigidità normativa, alla scarsità di investimenti pubblici e privati.
    Secondo i dati dell’Istat, il valore aggiunto del settore delle costruzioni è diminuito del 28,6% tra il 2008 e il 2019, passando da 136,4 miliardi di euro a 97,4 miliardi di euro.
    Questo ha comportato una riduzione delle commesse, dei cantieri, delle ristrutturazioni, delle nuove costruzioni, e quindi del lavoro per gli architetti.
  • La burocrazia. Per svolgere la tua attività devi affrontare una serie di adempimenti amministrativi, fiscali e normativi che richiedono tempo, energia e denaro.
    Devi aprire la partita Iva, iscriverti all’Ordine, pagare le tasse, le assicurazioni, le spese di studio, le bollette, i contributi previdenziali, etc.
    Devi anche tenerti aggiornato sulle norme tecniche, urbanistiche, ambientali, etc. che regolano il tuo lavoro.
    Devi anche gestire le relazioni con i clienti, i fornitori, i collaboratori, le pubbliche amministrazioni, etc.

Tutte queste attività ti distraggono dal tuo core business, che è il progetto.

Architetto o imprenditore? Come cambiare prospettiva

Per affrontare queste difficoltà e per avere successo nella tua professione, non puoi limitarti a essere un bravo progettista, ma devi diventare anche un bravo imprenditore.
Questo significa cambiare la tua prospettiva e il tuo approccio al mercato, adottando una visione strategica, una mentalità innovativa, una capacità di gestione.
In altre parole, devi trasformare il tuo studio in una vera e propria impresa, che sia in grado di creare valore, soddisfare i bisogni dei clienti, differenziarsi dalla concorrenza, generare reddito.
Come puoi fare?
Ecco alcuni suggerimenti:

  • Definisci la tua identità. Il primo passo è chiarire chi sei, cosa fai, per chi lo fai, perché lo fai.
    Devi definire la tua mission, la tua vision, i tuoi valori, il tuo stile, il tuo target, il tuo posizionamento.
    Devi creare una tua identità distintiva, che ti rappresenti e ti renda riconoscibile e credibile sul mercato.
    Devi comunicare in modo efficace la tua proposta di valore, cioè il beneficio che offri ai tuoi clienti con il tuo lavoro.
  • Analizza il mercato. Il secondo passo è studiare il contesto in cui operi, le opportunità e le minacce che esso presenta, i bisogni e le aspettative dei tuoi potenziali clienti, i punti di forza e di debolezza dei tuoi concorrenti.
    Devi fare una analisi SWOT (Strengths, Weaknesses, Opportunities, Threats) del tuo studio e del tuo settore, per capire quali sono i tuoi vantaggi competitivi e quali sono le aree di miglioramento.
    Devi individuare le nicchie di mercato, i segmenti emergenti, le tendenze in atto, le sfide future.
  • Sviluppa il tuo business plan. Il terzo passo è pianificare il tuo percorso di crescita, definendo gli obiettivi che vuoi raggiungere, le strategie che vuoi adottare, le risorse che vuoi impiegare, i risultati che vuoi ottenere.
    Devi redigere un business plan, cioè un documento che descriva in modo chiaro e dettagliato il tuo modello di business, cioè il modo in cui crei, distribuisci e catturi valore con il tuo lavoro.
    Devi anche prevedere un budget, un piano finanziario, un piano operativo, un piano di marketing, un piano di monitoraggio e valutazione.
  • Innova il tuo processo. Il quarto passo è migliorare il tuo modo di lavorare, introducendo elementi di innovazione, di efficienza, di qualità, di sostenibilità.
    Devi ottimizzare il tuo processo progettuale, utilizzando strumenti e metodi adeguati alle esigenze dei tuoi clienti e alle caratteristiche dei tuoi progetti.
    Devi anche integrare il tuo processo con altre competenze e servizi, che possano arricchire la tua offerta e aumentare il tuo valore aggiunto.
    Devi anche adottare pratiche di gestione e di organizzazione che ti permettano di risparmiare tempo, denaro e risorse.
  • Fidelizza i tuoi clienti. Il quinto passo è consolidare il tuo rapporto con i tuoi clienti, cercando di soddisfarli, di coinvolgerli, di fidelizzarli, di trasformarli in promotori del tuo lavoro.
    Devi ascoltare le loro esigenze, le loro preferenze, le loro opinioni, e cercare di offrire loro soluzioni personalizzate, funzionali, belle, sostenibili.
    Devi anche curare la qualità del tuo servizio, rispettando i tempi, i costi, i requisiti, i contratti.
    Devi anche mantenere il contatto con i tuoi clienti, informandoli, assistendoli, aggiornandoli, ringraziandoli.
Leggi anche:  “Cercasi collaboratori per studio di architettura”: il tuo studio è attraente come un Google?

Architetto o imprenditore?
Una scelta vincente

Seguendo questi suggerimenti, potrai trasformare il tuo studio in una vera e propria impresa, che sia in grado di affrontare le sfide del mercato e di prosperare nel terzo millennio.
Non dovrai più accontentarti di essere un bravo progettista, ma potrai diventare anche un bravo imprenditore, che sa gestire in modo efficace ed efficiente il suo lavoro, che sa creare valore per sé e per i suoi clienti, che sa differenziarsi dalla concorrenza, che sa innovare e anticipare il futuro.

Architetto o insegnante?
Un esempio di rinuncia al posto fisso

Per concludere, vogliamo riportare un esempio di un architetto che ha rinunciato alla sua professione per diventare insegnante, scegliendo la sicurezza del posto fisso al posto della sfida del mercato.
Si tratta di Mirko Borgioli, 49 anni, pistoiese, laureato in architettura nel 2004.
Dopo aver aperto la partita Iva e aver collaborato con uno studio, si è trovato a fare i conti con la crisi dell’edilizia, la concorrenza, la burocrazia, i bassi compensi.

Ha provato a reinventarsi coltivando verdure e vendendole nei mercati, ma senza successo.
Poi, grazie a due incontri fortunati, ha scoperto la possibilità di insegnare arte e immagine, tecnologie e storia dell’arte nelle scuole medie e superiori.
Ha superato i concorsi e ha iniziato a fare supplenze di sostegno, guadagnando 1.600 euro netti per 18 ore. 

Nonostante la precarietà, si dice felice e soddisfatto della sua scelta, che gli ha permesso di lasciare alle spalle le preoccupazioni e le frustrazioni della sua precedente professione12.

Architetto o imprenditore? Come diventarlo con archistrategy

Se vuoi diventare un architetto imprenditore, cioè un professionista che sa gestire il suo studio come una vera e propria impresa, hai due possibilità: farlo in autonomia o essere seguito da archistrategy, la società specializzata negli studi di progettazione.

Fare da soli significa dover affrontare tutte le difficoltà e le sfide del mercato senza una guida, senza un metodo, senza una rete. È come andare in palestra e fare gli esercizi a caso, senza sapere se sono adatti al tuo obiettivo, se sono efficaci, se sono sicuri.
Il rischio è di perdere tempo, denaro e motivazione, senza ottenere i risultati sperati.

Essere seguiti da archistrategy significa invece affidarsi a un team di esperti, che ti offrono video corsi, consulenze, soluzioni innovative, personalizzate e collaudate.

È come avere un personal trainer, che ti segue passo dopo passo, che ti indica gli esercizi giusti, che ti motiva, che ti monitora.
Il vantaggio è di risparmiare tempo, denaro e fatica, ottenendo i risultati desiderati.

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